Cosa è successo al convegno sulla Manifattura del 26/2

Numerosi sono stati gli interventi, tutti hanno ribadito che il sito delle Manifattura è da tutelare nel suo complesso, sia dal punto di vista storico che architettonico, assolutamente inscindibile, non frazionabile.

Il fatto poi che sia ancora tutto in buono stato di conservazione ci deve far propendere assolutamente su una conservazione e riuso degli spazi esistenti.

L’ultimo intervento della mattina, del prof Mancuso, è stato illuminante per scoprire cosa un’ex fabbrica può diventare, spiegando 10 punti su cui focalizzare un intervento di recupero, ci ha mostrato cosa in Italia, ma soprattutto in altre nazioni è stato possibile realizzare (biblioteche, università, teatri, quartieri direzionali, a Parigi zona Bastiglia, ma anche New York km di rete ferroviaria non + utilizzati sono diventati percorsi pedonali/ciclabili con giardini e panchine!)

  1. Considerare l’interezza e complessità della fabbrica
  2. Incentivare il dialogo con i tessuti urbani circostanti
  3. Modalità d’intervento differenziato (filologico o con inserimento di parti moderne)
  4. Garantire la riconoscibilità degli spazi interni
  5. Mettere in luce elementi simbolici, salvaguardare la memoria del luogo
  6. Conservare e valorizzare macchine e apparati tecnologici esistenti
  7. Prendere in considerazione i prolungamenti di aree e manufatti
  8. Salvaguardare e valorizzare gli spazi aperti e presenze naturalistiche
  9. Interpretare il valore strategico dei percorsi e degli accessi
  10. Rivalutare e reinserire nei loro contesti urbanistici

Direi che nel progetto finora presentato dalla proprietà nessuno dei 10 punti è stata preso minimamente in considerazione.

Alcune cose dette che mi sembrano importanti: nel 1995 il vincolo sulla Manifattura ribadisce l’unitarietà del complesso.

Il progetto regionale della piana considera la Manifattura facente parte del Parco delle Cascine.

Italia Nostra http://www.italianostra.org/ farà presente ai Beni culturali che il progetto è solo mera lottizzazione.

La Regione a suo tempo aveva fatto studio di fattibilità per utilizzare 2/3 dello spazio per i suoi uffici e 1/3 alla collettività, ma l’assessore comunale dell’epoca rigettò la proposta perché aveva bisogno di far cassa.

La variante non è assolutamente un diritto della proprietà, loro hanno fatto investimento su un’area vincolata a loro rischio, è il Comune che detta legge, se approva la variante senza chiedere niente in cambio è un regalo di miliardi di euro…

Resoconto di SEL (PDF)

 Anna

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